Tour de France 2018, Top/Flop del giorno
La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.
TOP
Alexander Kristoff (UAE Team Emirates): Il norvegese trova finalmente un successo in questo Tour de France, dopo i diversi piazzamenti. Parte forse con leggero anticipo ma utilizza bene le sue energie per resistere a Degenkolb e Demare, riuscendo a imporsi sull’arrivo più prestigioso per i velocisti alla Grande Boucle. Promosso all’ultimo.
John Degenkolb (Trek-Segafredo): Il tedesco riesce a cogliere un bel piazzamento in una tappa ben poco adatta alle sue caratteristiche, almeno per quanto mostrato negli ultimi anni. Il secondo posto di oggi conferma il suo lavoro per tenere sulle tre settimane e i suoi miglioramenti negli sprint secchi. Piazzato ma felice.
Yves Lampaert (Quick-Step Floors): Per qualche secondo ha dato l’impressione di poter resistere fino al traguardo con la sua azione nel finale. Si spegne all’improvviso e viene ripreso a 300 metri, ma il suo attacco, agevolato dal tentativo di Daniel Oss (Bora-Hansgrohe), rimane degno di nota. Attivo.
FLOP
Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida): Con Sagan dolorante e tanti suoi rivali davanti alla televisione, il settimo posto non può soddisfare il bresciano. L’arrivo sui Campi Elisi non è adatto alle sue caratteristiche, ma in futuro potrebbe non avere un’occasione ghiotta come quest’anno. Il suo Tour rimane comunque positivo. Affaticato.
Nikias Arndt ed Edward Theuns (Team Sunweb): La coppia della Sunweb fa rimpiangere fino alla fine il forfait di Matthews. Mai tra i primissimi, pur con delle buone qualità in volata, chiudono diciassettesimo e diciottesimo, lasciando sospettare che anche la strategia non fosse ben chiara tra i due. Assenti.
Magnus Cort Nielsen (Astana Pro Team): È vero, può essere soddisfatto per la vittoria di tappa in fuga a Carcassonne. Ma per un corridore arrivato al Tour per piazzarsi in volata, ottenere una sola top 10 negli sprint a ranghi compatti è una miseria. Anche a Parigi chiude mestamente quattordicesimo, dietro a corridori come Vanmarcke e De Buyst che di certo non hanno il suo potenziale. Appagato.
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